Batman: The Telltale Series è un gioco punta e clicca ad episodi che ricalca il modello dello studio californiano che tanta fortuna ha avuto con la prima stagione di The Walking Dead. Il mix di scelte urgenti ricordate dai personaggi unito a sequenze QTE fa il suo ingresso nella Gotham del popolare “pipistrello” della DC Comics. Batman è ancora agli inizi della sua carriera di crociato incappucciato in continua tensione tra l’immagine dell’eroe e quella del giustiziere al di sopra della legge. La storia proposta da Telltale si può avvicinare a una realtà alternativa rispetto al percorso classico di Batman, con cui però condivide molti elementi evolutivi, piuttosto che trattarsi di una narrazione dalla grandezza e impatto tipica della linea di fumetti Elseworlds in cui personaggi e luoghi appaiono completamente sotto una diversa interpretazione.

Batman: The Telltale Series – Recensione

Io sono Batman

Quello di Batman non è il primo adattamento fumettistico targato DC Comics proposto da Telltale. Lo studio aveva già trattato The Wolf Among Us, versione punta e clicca fumetto Fables edito da Vertigo. Per essere un poliziesco, le fasi investigative erano piuttosto limitate a poche semplici interazioni, con i movimenti all’interno degli scenari ridotti il più possibile. Ciò si rifletteva in indizi facili da individuare e una trama prevedibile.

In parte ciò è vero anche per Batman, dove il plot, salvo alcuni casi di imprevedibilità e sorpresa, mantiene una linearità e una ordinarietà tali da rendere prevedibile il suo sviluppo soprattutto a partire dal terzo episodio. Diverso, invece, il trattamento riservato alle interazioni con l’ambiente circostante e la presenza di puzzle da risolvere.

Batman può sfoggiare tutta la sua natura da detective
analizzando la scena grazie al supporto dei suoi gadget. Al giocatore il successivo compito di collegare correttamente gli indizi, unendoli a coppie. Se tutti gli accoppiamenti corrispondono, Batman sarà in grado di analizzare la situazione, resa graficamente attraverso ologrammi che prendono vita e ricreano la scena in questione. Nulla di difficile, ma sicuramente un passo in avanti rispetto a quanto visto in precedenza.

Il vantaggio tattico-analitico si rivela utile anche nelle fasi d’azione, dove l’uomo pipistrello può anticipatamente decidere quali azioni intraprendere per affrontare le minacce che successivamente dovranno essere completate mediante Quick time event. Il massiccio uso per questa serie di QTE ben si sposa con la fisicità e le scazzottate tipiche del giustiziere, presentando sequenze più articolate e lunghe da portare a termine rispetto ad altre serie. Nonostante la breve interruzione dell’azione dovuta alla natura stessa dei QTE, l’adrenalina non viene dispersa.

Gli unici veri nemici di Batman potrebbero essere i problemi tecnici che in più fasi hanno afflitto l’esperienza, come rallentamenti improvvisi e lip sync fuori tempo. In generale, parliamo ancora di un motore grafico che ha fatto il suo tempo e che qui fa il suo dovere ma niente più.

Io sono Bruce Wayne

L’aspetto migliore della storia è che finalmente il focus non è solo su Batman, ma soprattutto su Bruce Wayne. Perché Batman è Bruce Wayne, e Bruce Wayne è Batman; non sono due identità distinte e ciascuno, in base ai panni che veste, è una parte importante di Gotham. La scelta di dare importanza al rampollo dei Wayne non è casuale, è un’accurata scelta che riflette il progetto di delineare l’ancora acerba figura di Batman, che si sta affacciando su Gotham per la prima volta e la fiducia nei suoi confronti è ancora tutta da costruire.

Muoversi nei panni di Bruce permette di farlo entrare in contatto con quelli che sono gli amici e i villain, o entrambe le cose contemporaneamente, perché se c’è una cosa che la stagione prova a farci capire è che non ci si può fidare di nessuno, tanto meno delle persone più vicine. Quello che vive l’affascinante playboy di Gotham è un continuo stress emotivo, costretto a fare i conti con l’eredità della sua famiglia e le pressioni che gli arrivano da ogni direzione.

Come anticipato in apertura, i momenti veramente sorprendenti sono pochi e la prevedibilità di certe azioni, soprattutto nel delineare la genesi di alcuni cattivi non lascia soddisfazione, trascinandosi stancamente verso un epilogo che non avrebbe che potuto chiudersi diversamente. Non si tratta di una brutta storia, le fondamenta per un buon racconto originale ci sono tutte, ma è il modo in cui viene raccontata che non ha il mordente che ci si aspetterebbe da un’opera del “Cavaliere Oscuro”.

Ulteriori informazioni

Per rimanere aggiornato sulle ultime novità, continua a seguire la rete Social di Nextgentech.it, tramite la pagina Facebook.

CONDIVIDI SU:Share on Facebook
Facebook
Tweet about this on Twitter
Twitter

VALUTAZIONE
7
Commento finale
Batman: The Telltale Series fa alcuni passi in avanti nell'adattare il genere investigativo nella speciale formula di scelte morali e QTE ideata da Telltale e che ha raggiunto molto successo con The Walking Dead, attualmente forse il loro migliore lavoro. I nuovi strumenti permettono di sfruttare le doti sopraffine di Batman come detective proponendo dei piccoli e semplici puzzle da risolvere per acquisire informazioni sugli eventi. Lo charme di Bruce Wayne è invece sfruttato per intessere relazioni e mostrare il lato umano e fragile anche dei Villain. La storia, pur nella sua originalità, non riesce del tutto a lasciare un segno, procedendo con prevedibilità verso una fine già scritta. La versione PC qui testata ha sofferto inoltre di problemi di natura tecnica che hanno pregiudicato l'esperienza, in particolar modo di improvvisi rallentamenti e un lip sync assolutamente fuori tempo in più di una situazione.
PRO
Miglioramenti nelle fasi di investigazione
Maggior importanza a Bruce Wayne e ai suoi legami
Scelte morali importanti nelle relazioni con i personaggi
CONTRO
Problemi tecnici rovinano l'esperienza
Prevedibilità nella narrazione

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.