Martoriato e talvolta incompreso, il genere dei “giochi esplorativi” non ha mai avuto vita facile tra critica e pubblico da quando, nel febbraio 2012, si mostrò a tutti con l’eccellente Dear Esther. Nel corso degli anni, queste opere libere da confini ben definiti di giocabilità hanno guadagnato una buona fetta di mercato, chiamando a raccolta numerosi fan.
Journey, Flower, flOw e diversi altri, avventure prive, idealmente, di vincoli di gameplay, che hanno permesso di attraversare foreste, isole, deserti e paesaggi onirici, sempre caratterizzati da un level design ispiratissimo e da colori intensi.
All’appello mancava solamente il mare, ed è qui che ci viene in aiuto ABZÛ, opera di Giant Squid edita da 505 Games e supervisionata da Matt Nava, proprio uno dei fautori di Journey e Flower.
ABZÛ
Cominciamo dalle informazioni di base. Quasi certamente vi sarete domandati cosa significa il titolo del gioco, ABZÛ. È un riferimento alla mitologia, tra l’altro citata per tutta l’avventura: “AB” significa “oceano”, mentre “ZÛ” significa “conoscere”. ABZÛ, dunque, è l’oceano della saggezza.
L’accezione con cui è utilizzato il termine rispecchia, ovviamente, l’intera esperienza di gioco basata sull’esplorazione e sull’indiretto apprendimento dei contenuti proposti. Il protagonista dell’avventura è un sommozzatore in qualche modo legato all’oceano e ai suoi segreti, in stretta simbiosi con le creature marine che cavalcano le onde e le correnti.
L’oceano e la vita
Il mondo sottomarino ideato da Giant Squid è silenzioso ma intriso di magia e colori. Muoversi nei panni del sommozzatore è piuttosto semplice – ma è bene disporre di un pad per indirizzare correttamente la telecamera ed i movimenti – grazie alle micro-animazioni che permettono al protagonista di spostarsi e cambiare direzione con estrema facilità. La leggiadria dei movimenti ci consente di apprezzare appieno ogni scorcio dell’ambientazione che ci circonda, dai pesci che si muovono in gruppo agli invertebrati più timidi che reagiscono al nostro passaggio.
Tra volteggi e repentini cambi di direzione, scopriremo un mondo ricco di effetti di luci che, pur senza proferire parola, ci comunicherà tantissimo. Lo farà attraverso le scene scriptate che solitamente ci permetteranno di progredire nell’avventura; in questi frangenti perderemo momentaneamente il controllo del personaggio, spostando l’attenzione su quanto sta accadendo nei paraggi.
Nonostante il gioco sia quasi del tutto privo di interazioni, tra le profondità del mare avremo la possibilità di scoprire nuovi amici e ripopolare l’oceano rilasciando le specie più rare di cetacei e tartarughe intrappolate in speciali cristalli. Questo espediente di gameplay, così come gli altari su cui riposarsi e meditare, possono essere interpretati come il lato formativo di ABZÛ, capace di presentarci con estrema facilità le creature più strane e uniche che abitano gli abissi.
I misteri degli abissi
Sebbene ABZÛ presenti svariati punti di contatto con Journey, l’opera di Nava possiede una struttura ben più definita, con sezioni che si aprono e si chiudono nel medesimo modo, ovvero interagendo con particolari portali magici. Al di là di questa particolare divisione in capitoli – che personalmente non condivido – ABZÛ è molto più lento e scontato delle opere succitate, ma il rischio di annoiarsi è scongiurato dalla longevità stessa, con i titoli di coda distanti circa 2 ore.
L’esperienza di gioco è sostanzialmente divisa in due parti. Nella prima frazione è presente una forte componente esplorativa finalizzata alla risoluzione di semplici enigmi ambientali apparentemente senza scopo. Con il progredire delle aree, otterremo sempre più informazioni circa il legame tra il sommozzatore e l’oceano, riportando alla luce antiche rovine e leggendari scenari mitologici.
Nella seconda parte dell’avventura, il gioco di luci ed ombre, la vibrante presenza delle correnti e la ricca vegetazione lasceranno spazio alla corruzione del mare, presentata attraverso strani manufatti carichi di potere, liberamente interpretabili dall’utente come un segno del passaggio dell’uomo o come elementi misteriosi della sceneggiatura sotto la presenza del mito a cui si riferisce il titolo.
Ulteriori informazioni
Per rimanere aggiornato sulle ultime novità, continua a seguire la rete Social di Nextgentech.it, tramite la pagina Facebook.
Ottima soundtrack