Sfondare il mercato orientale ed approdare prepotentemente in Europa? Detto, fatto. L’attacco dei giganti, fumetto ideato da Hajime Isayama, ha segnato, nel suo piccolo, la storia recente dei manga a tema horror, caratterizzato da un’ambientazione particolarmente originale e dall’immancabile gore che, nel bene e nel male, porta con sé una buona dose di coinvolgimento ed adrenalina. Il successo ottenuto dalla produzione Wit Studio ha convinto Koei Tecmo a lanciarsi nella sfida di un tie-in da pubblicare in tutto il mondo in esclusiva Playstation e PC: il risultato è Attack on Titan: Wings of Freedom, un titolo sviluppato da Omega Force e del tutto fedele ai temi trattati nel fumetto.

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Attack on Titan: Wings of Freedom

Il videogame si basa sul filone narrativo della prima stagione dell’anime, tenendo fede agli eventi e ai personaggi principali. Questa trasposizione videoludica presenta ai giocatori il particolare medioevo alternativo che fa da sfondo alle vicende e che caratterizza buona parte del gameplay, che ci vedrà svolazzare in lungo e in largo tra tetti e canne fumarie nel disperato tentativo di abbattere quanti più giganti possibile. Partendo da quest’ultimo aspetto, vera peculiarità del fumetto, Attack on Titan presenta una storia di Titani, appunto, giganti il cui unico scopo sembra quello di sterminare la razza umana.

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Isayama non ha mai, volutamente, approfondito le origini della storia dei giganti, lasciando ai lettori – e ai telespettatori – la piena libertà di elaborare teorie e congetture sul day zero. Ciò che sappiamo, però, è che i Titani nel corso degli anni hanno subito un processo di evoluzione esattamente come qualsiasi altra razza terrestre, che li ha resi più forti, intelligenti e imponenti. Il risultato dell’evoluzione ha fatto letteralmente crollare l’unica contromisura che gli umani sono stati in grado di elaborare per garantire la propria sopravvivenza, ovvero la realizzazione di gigantesche mura a difesa dei pochi sopravvissuti. Il rischio costante di farsi divorare dai giganti e l’inutilità di barricarsi dietro quattro mura, seppur grandi e resistenti, ha costretto gli umani a passare al contrattacco, studiando un modo per abbattere definitivamente i predatori e la loro fame di terrestri.

Lame e jet pack

aot_eren_titan_eventCome insegnano leggende ed opere letterarie, ogni personaggio, anche quello più forte e imbattibile, possiede un punto debole. Nel caso dei giganti, strappargli con forza arti o testa non servirà a niente – in quanto possiedono un sistema di rigenerazione quasi istantaneo – così come non produrrà alcun risultato utile mirare al tallone – questa è un’altra storia – o al cervello. Il punto debole dei predatori è la collottola, dunque per poterli abbattere sarà anzitutto necessario spararsi in cielo per raggiungere la parte superiore del corpo, per poi affondare il colpo con qualcosa di sufficientemente robusto e letale. L’attrezzatura realizzata per porre fino allo sterminio degli umani è dunque un mix di jet pack e spade, un’imbracatura chiamata omini-directional mobility gear o anche Three-Dimensional Maneuver Gear, letteralmente Manovra Tridimensionale.

aot-wings-of-freedom-02Dal punto di vista videoludico, vi lascio immaginare che il risultato prodotto da questa attrezzatura si traduce in un sistema di gameplay dinamico e assolutamente divertente, che ci permetterà di muoverci con estrema facilità e leggiadria tra le stradine dei villaggi in rovina. Chi, adesso, sta pensando a un fac-simile Spider-Man non sta sbagliando, perché Attack on Titan trae forte ispirazione da quest’ultimo, seppur con qualche differenza: pad ad alla mano, il sistema di movimenti del titolo Omega Force è più preciso e allo stesso tempo meno vincolante, proponendo al videogiocatore un insieme di agganci dinamici per il rampino che consentiranno al personaggio di muoversi velocemente tra un edificio e l’altro. Attack on Titan lascia grande libertà d’azione ed inventiva al videogiocatore, rendendo i combattimenti imprevedibili e molto differenti tra loro. Una volta presa confidenza con i controlli, l’utente riuscirà a gestire qualsiasi situazione, agganciando il rampino nei punti migliori, tra cui le giunture dei giganti. L’eliminazione di un Titano avviene automaticamente dopo aver raggiunto l’area d’interesse, il tutto attraverso una sequenza dinamica e ricca di adrenalina.

Salire sul gruppone di un gigante richiederà il giusto tempismo, ma anche una buona dose di abilità con il sistema di controlli; per aiutarsi nell’impresa, è ovviamente possibile diminuire il rischio di farsi divorare dai Titani indebolendoli con colpi agli arti o in altri punti sensibili. Un gioco da ragazzi? Non proprio. Come da fumetto, anche la trasposizione videoludica presenta giganti più forti della media, che richiederanno più colpi alla collottola prima di stramazzare al suolo; a ciò, dobbiamo aggiungere l’ottima trovata dell’usura delle lame, che costringerà il videogiocatore ad utilizzare un semplice ma efficace sistema di crafting basato sulla raccolta e l’impiego di materiali recuperati durante le missioni.

Give me a reason

Da un lato, l’opera realizzata da Omega Force riesce a farsi apprezzare per la grande fedeltà della trasposizione videoludica rispetto all’atmosfera che si respira tra fumetto e anime; dall’altro, però, Attack on Titan mostra il più grande difetto dei tie-in, ovvero la ripetitività. Il concept del gioco è troppo banale e lineare per non lasciarsi investire dalla noia dopo l’abbattimento di 3-4 giganti. A ciò va considerata anche la scarsa difficoltà del gioco e le poche modalità disponibili; per la precisione sono due: storia e multiplayer, anche se quest’ultima non contribuisce in alcun modo a rinforzare i contenuti proposti.

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Dal punto di vista tecnico, Attack on Titan ripropone il solito utilizzo della tecnica cel-shading, come al solito molto utile per produzioni low budget che ambiscono a colpire l’utente per la storia o il gameplay. Nulla da eccepire in tal senso, l’opera di Omega Force non mira certo al fotorealismo, ma ci troviamo di fronte un ottimo action che riesce a tenere fede all’opera originale, ed è questo l’importante. L’unica nota dolente, in tal senso, è il livello di censura un po’ troppo alto, che ha ridotto la quantità di sangue al minimo sindacabile.

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VALUTAZIONE
7,5
Commento finale
Attack on Titan è un gradevole tie-in, in grado di farsi apprezzare tanto da chi non conosce l’opera originale, quanto dai fan del fumetto, sicuramente i più difficili da convincere. Il gameplay frenetico e dinamico, l’ambientazione fedele e le buone trovate a livello narrativo, convergono verso una trasposizione videoludica interessante e sufficientemente curata, che non mostra vere e proprie lacune. L’originalità del setting, poi, contribuisce in modo decisivo alla buona riuscita del titolo. Insomma: se vi piacciono gli action, dategli una possibilità e non resterete delusi.
PRO
Ottima trasposizione videoludica
Ambientazione originale
CONTRO
Ripetitivo

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