C’è chi dice che il reboot di Hitman ha in parte snaturato il titolo – tornato alla normale fruizione non episodica con Hitman 2 – e chi continua a sostenere che i primi 2 capitoli restano di un livello ancora troppo alto rispetto ai precedenti. Nel mezzo, però, la serie IO Interactive ha piazzato 2 iterazioni interessanti, Blood Money e Absolution, rispettivamente quarta e quinta parte di una saga data spesso per finita e poi risorta. Non a caso, lo stesso Absolution pubblicato nel 2012 a 6 anni di distanza Blood Money, rappresentò a suo tempo un reboot in toto del franchise, con un Agente 47 tirato a lucido, nuove meccaniche di gioco e una grafica (quasi) al passo coi tempi. Cavalcando il nuovo interesse creatosi attorno all’assassino più famoso, dovuto appunto al restart della saga, Square Enix ha deciso di proporre sulle console current gen i due capitoli citati precedentemente, con un occhio di riguardo verso gli utenti pronti al 4K.
Hitman HD Enhanced Collection – Recensione
La crescita nell’incertezza
Hitman: Blood Money e Hitman: Absolution non cambiano la propria natura con questa Enhanced Collection. Al contrario, si potrebbe dire che i due capitoli siano stati presi così com’erano e portati di prepotenza nel 2019, con alcuni ritocchi che vedremo più avanti. Qual è il vero valore aggiunto di questa collezione, allora? Sicuramente la possibilità di tornare ad assassinare silenziosamente gli obiettivi all’interno di 2 titoli curati e interessanti, dando modo anche ai non conoscitori della saga di capire come si è evoluto il franchise e come si è arrivati al nuovissimo Hitman 2. In Blood Money, prima, e Absolution, poi, scopriamo piano piano le numerose interazioni con l’ambiente e l’approccio libero, più creativo rispetto ai primi 3 capitoli, per chi li ricorda.
L’Agente 47 di allora non è quello che è oggi: niente sfide, niente maxi collezioni di costumi, contratti temporanei e comparto multigiocatore (in Absolution c’era, anche se abbozzato), ma gli ingredienti nel 2006 e nel 2012 c’erano tutti – i tempi, semplicemente, non erano maturi, e la moda del momento imponeva altri elementi. I travestimenti e le modalità con cui uccidere gli obiettivi erano molteplici e dettati da un level design che, a tratti, risulta anche più interessante rispetto all’attualità, forse troppo concentrato sui numeri che sulla profondità del contesto. Anche la storia di Blood Money e soprattutto Absolution, benchè non ai livelli dei primi 2 capitoli, si lascia piacevolmente scoprire capitolo dopo capitolo. In particolare, il girovagare dell’assassino pelato tra diverse location, talvolta così profondamente diverse tra loro, produce l’effetto di interrompere la continuità di ogni missione, tenendo alta l’attenzione e la voglia di sfruttare, più che scoprire, l’ambiente circostante.
Insomma, questo piccolo paragrafo è un invito a provare la Collection al di là di quali e quante novità propone rispetto ai capitoli originali. Blood Money e Absolution sono pezzi importanti della saga, un modo per intuirne la sua travagliata evoluzione, che chi non conosce il franchise potrebbe prendere come “livelli bonus”, accettando i normali compromessi tecnici di produzioni che hanno sulle spalle rispettivamente 13 e 7 anni.
Enhanced Collection
Come anticipato l’Enhanced Collection di Square Enix punta alla risoluzione in 4K e, chiaramente, ai 60 fps di supporto al giocato. Si tratta, quindi, di una rimasterizzazione in piena regola, che prova a nascondere gli anni di entrambi i titoli con una sorta di lifting totale ma non sufficiente per appagare chi tende a preferire il comparto grafico agli altri elementi che compongono un gioco. Nessun contenuto inedito, quindi: le missioni sono le stesse, senza livelli aggiuntivi, le mappe anche. Certo, i modelli poligonali sono meno spigolosi – anche se nei primi piani non è stato possibile nascondere alcuni elementi seghettati – e l’illuminazione è stata rivista con qualche filtro di post-elaborazione. Il doppiaggio in italiano, disponibile per tutta la collezione, rimedia a un comparto sonoro poco ispirato tanto nella soundtrack quanto negli effetti ambientali – elementi che mai hanno caratterizzato la serie.
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