“Mi piacerebbe trovare un bel giochino da giocare la sera, senza impegno, per rilassarmi un po’”. Comincia così il mio viaggio a Portia, con tante aspettative di relax e una ricerca che, tra le varie triple A ed indie di fresca uscita, è durata tanti mesi. Il catalogo di Steam è decisamente ampio, e alla mia richiesta rispondevano vari generi e fortunate perle, dai city builder agli strategici in tempo reale, ma quando mi sono soffermato ad analizzare My Time At Portia mi si sono illuminati gli occhi: sì, è proprio questo ciò che cerco!

My Time At Portia – Recensione

Benvenuto a Portia!

Di simulatori di vita quotidiana, giochi dedicati al farming o al crafting ne è pieno qualsiasi store digitale, e se non c’è almeno un titolo nuovo al mese poco ci manca. Dal boom di Minecraft alla 2D pixel art dei vari Stardew Valley e Terraria, di titoli che ne hanno voluto “scimmiottare” il successo ed il gameplay ne sono arrivati a valangata, ma ciò che cercavo andava ben oltre quello che ultimamente proponeva il mercato. Volevo qualcosa di più del fondere la sabbia in una fornace per creare del vetro: ciò che cercavo era un titolo completo, con una storia piacevole, curata e rilassante, con un gameplay non esigente o complicato, ma bilanciato e ricco di opportunità, senza forzare o dettare i tempi. Insomma, qualcosa davvero in grado di scivolare agilmente dopo una giornata di lavoro, senza la pretesa di mettere sotto sforzo i miei riflessi, incentivare le combo o farmi correre velocemente dietro una copertura.

Il gioco targato Team17 ci introduce a Portia con il più classico dei pretesti, una fattoria lasciata in eredità al nostro protagonista da parte di suo padre. A fare i favori di casa ci pensa Presley, il capo della Gilda dei Commercianti di Portia, che da subito ci guida nelle prime missioni della storia per ufficializzare il nostro arrivo agli altri cittadini. La scusante del tutorial permette all’utente di comprendere le prime dinamiche del gioco e di conoscere tutti gli abitanti del ridente villaggio, dando modo di capire che dietro l’opera di Team17 non c’è soltanto un gioco crafting-based, ma un intero copione da vivere in prima persona. A Portia avremo modo di dialogare con tutti i cittadini per attivare le quest più disparate, fargli un favore o costruirgli qualcosa di unico, affiancando alla maturità del protagonista e del suo workshop, un sempre crescente interesse verso le tematiche della cittadina. Ben presto, infatti, scopriremo che Portia è uno dei paesi facenti parte dell’Alleanza delle Città Libere, una coalizione schierata contro la misteriosa Duvos, che incentiva la vita commerciale attraverso una sana concorrenza tra i commercianti del posto.

Preso atto che Portia è una città da vivere nella sua interezza, come vedremo anche in seguito, il cuore dell’avventura pulsa attorno al recupero di materiali e minerali, nonché alla costruzione di oggetti e macchinari utili per evolvere il proprio Workshop. Dopo aver registrato il nostro negozio al Comune di Portia, il protagonista sarà finalmente riconosciuto tra i commercianti della città, entrando nelle meccaniche delle quest giornaliere previste dalla Gilda dei Commercianti. Alle 8 in punto di ogni mattina, weekend esclusi, sulla bacheca della Gilda compariranno una serie di compiti tra cui scegliere, ciascuno con specifiche ricompense commisurate al livello di difficoltà del task. Questi compiti, che spaziano dalla costruzione di oggetti semplici a macchinari interi, dovranno essere scelti prima degli altri concorrenti (vedrete infatti l’acerrimo nemico Higgins fiondarsi alla bacheca attorno alle 8.30 per accaparrarsi il compito migliore) e portati a termine entro il tempo previsto dalla missione, e saranno per tutto l’arco dell’avventura il principale strumento per guadagnare Gal, la moneta di Portia. Oltre a tenere sempre attiva una quest giornaliera (purtroppo non più di una per volta) il diario delle missioni verrà rimpolpato da quest legate alla trama principale e da compiti assegnati da specifici cittadini di Portia. Tra le due, le missioni di stampo narrativo risulteranno sempre ben più impegnative, nonché lunghe da soddisfare, ma il rispettivo completamento consentirà al protagonista di sbloccare nuove aree o funzionalità di gioco, scoprendo di volta in volta alcune peculiarità di gameplay fin lì nascoste.

Una vita ricca di possibilità

Contando su un sistema di missioni a difficoltà crescente, la progressione in My Time At Portia risulta perfettamente lineare con le quest scelte e senza l’imposizione di tempistiche. Salvo alcune quest, la gran parte delle missioni principali risultano infatti completabili senza limiti di tempo, dando all’utente la possibilità di soddisfarle quando gli fa più comodo, venendo incontro alle esigenze sia dei più impazienti, sia di chi ama prendersela con calma. D’altronde, è lo stesso My Time At Portia a non suggerire alcun approccio, considerando che sarà molto facile occupare una giornata adempiendo ad altre mansioni. Di certo, il fattore comune che legherà ogni giorno a Portia sarà il mining: se nelle prime battute avremo la necessità di colpire rocce e di abbattere alberi nei dintorni della fattoria per costruire oggetti e macchinari elementari, dopo poco cominceremo le nostre escursioni nelle Rovine Abbandonate, aree in cui poter fare incetta di minerali e oggetti rari.

Inutile dire che ben presto ci ritroveremo a lavorare con più di una fornace e di una segheria per soddisfare la creazione parallela di oggetti complessi richiesti dalle missioni e costruiti alla stazione di assemblaggio, puntando giorno dopo giorno a sbloccare i macchinari di livello superiore a suon di Gal. Tanto la creazione degli oggetti “utili”, quanto quella dedicata ai gingilli, sarà infatti influenzata dal livello dei macchinari e del banco di lavoro, permettendoci di lavorare con strumenti di qualità maggiore al progredire del livello generale del Workshop. A prescindere dalla velocità del giocatore, prima o poi arriveremo al punto di poter allargare la fattoria per ospitare altri edifici, migliorare la casa (sbloccando il matrimonio), reclutare un aiutante, allevare animali, coltivare piante ed alberi, e così via. Insomma, se da una parte la quest principale vi porterà ad approfondire le tematiche generali legate a Portia e al mondo di gioco, dall’altra il Workshop seguirà una sua evoluzione parallela, permettendoci di mettere in piedi una vera e propria fabbrica per puntare a vincere il premio di costruttore dell’anno di Portia.

Tutto ciò che ho raccontato finora, infatti, è solo una parte del gameplay offerto da My Time At Portia. Se non vi bastasse la vita da minatore, contadino e costruttore, potrete cimentarvi in tante altre attività, come la pesca, la lotta e svariati minigame da fare con i cittadini di Portia, tra cui anche godere di un buon sistema di dating e una ricca struttura Social che influenza i rapporti con gli altri commercianti. Minando le Rovine Abbandonate sarà possibile trovare anche degli oggetti appartenenti al passato, tramite cui sbloccare nuovi contenuti o bonus. Le vicende narrate nel titolo si basano infatti sul futuro, e costituiscono una sorta di ripartenza per l’umanità. Tra le Rovine Abbandonate avremo la possibilità di recuperare oggetti appartenenti al nostro tempo, come dischi, telefoni o altre reliquie da ricostruire al Centro di Ricerca (in una sorta di “ricerca al passato”, in questo caso). Gli stessi dischi dati recuperati durante le nostre escursioni potranno essere spesi tra la Chiesa di Portia e il Centro di Ricerca, riproponendo il più classico dei conflitti tra la religione e la scienza. Spendere i dischi con i rappresentanti della Chiesa consentirà all’utente di ottenere nuovi semi per le piantagioni, mentre con il Centro di Ricerca si potranno mettere le mani su nuovi schemi, sbloccando macchinari prima inaccessibili.

In aggiunta a queste attività quotidiane vi saranno anche gli eventi ufficiali di Portia, ben calendarizzati nel corso dell’anno. Il calendario di Portia è diviso in 4 mesi, ciascuno rappresentante una stagione, e a seconda del periodo potremo partecipare ad eventi di gruppo che vedranno la partecipazione di quasi tutti i cittadini. Solitamente questi eventi consentiranno di racimolare qualche Gal o oggetto speciale, contribuendo a spezzare il ritmo con le attività quotidiane presso il nostro Workshop. In linea con la progressione dei macchinari e dell’equipaggiamento, anche il nostro alter ego diventerà sempre più abile attraverso il più classico degli skill tree su cui spendere i punti abilità guadagnati con l’esperienza accumulata attraverso le azioni quotidiane ed il soddisfacimento delle quest. L’albero di progressione si suddivide in 3 rami principali, dedicati rispettivamente alle caratteristiche fisiche, all’abilità da costruttore, e alla componente social, ciascuno con i suoi vantaggi. Tra i contenuti che certamente avrete intuito con la lettura, bisogna aggiungere la possibilità di effettuare compravendite presso gli altri negozi di Portia (influenzati addirittura da un semplice tasso di mercato), i combattimenti con i nemici, l’influenza delle stagioni e la possibilità, ai livelli più alti, di creare automazioni per il mining.

Giornate di sacrifici

Nonostante la completezza e i numerosi contenuti di My Time At Portia, l’opera di Team17 non è certamente esente da difetti. Tra i “contro” che posso imputare al titolo c’è sicuramente il sistema di salvataggio, rilegato al momento in cui il nostro alter ego va a dormire, e senza, quindi, la possibilità di salvare in qualsiasi momento la giornata. Anzitutto vi è un fattore legato alla comodità: un giorno a Portia dura circa 20 di gioco “puro” (ovvero escludendo il tempo speso tra i menu) dunque chi ha necessità di staccare è obbligato ad aspettare la nanna alle 3 di notte (la giornata comincia alle 7) o andare a dormire in anticipo, perdendo tutte le ore residue della giornata. C’è poi un discorso di avanzamento generale, considerando che il ritiro a letto fa scattare un nuovo giorno con conseguente trigger di eventuali task o missioni; a causa di ciò, l’utente viene di fatto costretto ad avanzare nel calendario senza possibilità di rallentare lo scorrere del tempo o di completare alcune attività (penso alle missioni a scadenza, al mining nelle Rovine, che è soggetto a una tassa settimanale, oppure alla creazione di oggetti, che comportano un certo tempo di attesa).

Una volta superate le prime 20 ore di gioco, potrebbe anche capitare di cadere nella monotonia. In effetti, dopo i primi semplici compiti cominceremo ad avere incarichi che richiederanno oggetti complessi, la cui fabbricazione potrebbe richiedere anche intere giornate. Cosa fare, quindi, mentre i nostri macchinari sono impegnati (e quindi “bloccati”) per tutte quelle ore? Una soluzione potrebbe essere quella di fabbricare più macchinari identici per parallelizzare le creazioni di lingotti, lastre e quant’altro, richiedendo un grande investimento di tempo (e pazienza). Altrimenti, per non sprecare la giornata, ci si potrebbe dedicare al mining alle Rovine. In ogni caso si tratterebbe di un iter fin troppo ripetitivo, destinato a stancare.

Passando invece al lato tecnico e creativo, My Time At Portia viene dai più definito come uno Stardew Valley in 3D, e il riferimento è pressochè azzeccato. Team17 ha scelto una realizzazione grafica votata alla semplicità, con colori sgargianti e modelli poligonali ripresi da Animal Crossing (altro paragone calzante in generale). La mappa di Portia non è eccessivamente grande, ma è ricca di edifici liberamente esplorabili ed aree ben distinte, raggiungibili anche per mezzo di cavalcature, innalzando la qualità generale del map design. Per chi ama giocare a letto col portatile, da segnalare anche l’ottimo supporto al gamepad, per forza di cose più lento e limitato della combo mouse-tastiera, ma comunque in grado di supportare al meglio la fruizione dei contenuti. In un titolo così votato al relax, l’aspetto legato ai controlli assume un profilo di rilievo nell’economia generale dell’opera. Fortunatamente, il lavoro di Team17 è stato eccezionale sotto questo punto di vista, rendendo ben chiare le azioni da svolgere per interagire con gli elementi dell’ambiente o costruire nuovi oggetti (ottima, per esempio, la trovata della stazione di assemblaggio per la costruzione dei macchinari). Dal punto di vista audio, la vita a Portia viene accompagnata da ottime tracce musicali, leggere e calzanti, e da una buona traduzione dei testi in italiano, con alcune linee di dialogo addirittura doppiate nella nostra lingua (una piccola percentuale rispetto alla totalità del copione parlato in lingua inglese).

Ulteriori informazioni

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VALUTAZIONE
9
Commento finale
My Time At Portia è un titolo completo, che fa del relax e della semplicità le sue armi vincenti. Ponendo l’utente al centro del commercio di Portia, il gioco riesce a garantire libero svago tra attività dedicate alla costruzione, al mining e alla coltivazione, spaziando tra diverse mansioni e quest. La struttura a missioni del titolo è il vero fiore all’occhiello dell’opera di Team17, che grazie ad un insieme di pretesti narrativi riesce ad evolvere in parallelo sia la storia (semplice ma efficace) che il gameplay stesso, aprendo di volta in volta a nuove opportunità di gioco. In quanto abitante di un villaggio più che mai vivo, l’alter ego del videogiocatore, oltre a migliorare le proprie caratteristiche personali sarà chiamato a risolvere incarichi per gli altri portiani, stabilire relazioni e persino partecipare ad eventi ufficiali organizzati dal Comune di Portia. Il tutto all’interno di un titolo che rispetta i tempi dell’utente e che si lascia scoprire grazie a comandi semplici e azioni intuitive.
PRO
Contadino, costruttore, minatore, pescatore...di tutto e di più
La vita a Portia è molto coinvolgente
Evoluzione e miglioramenti ben scanditi nel tempo
CONTRO
I tempi di attesa in fase di costruzione potrebbero rischiare di minare l'interesse per il titolo

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