Gli spauracchi dei primissimi remake e remastered hanno portato i publisher ad una rivisitazione molto più attenta, curata e rispettosa delle opere originali tanto care ai videogiocatori più nostalgici. Non è un caso se le ultime produzioni sottoposte ad un rebranding sono riuscite ad ottenere grandi consensi sotto tutti i punti di vista, così come non è un mistero il successo degli ultimi lavori di Capcom sul tema, che da ormai qualche anno ha cominciato a rinfrescare i capitoli di Resident Evil per la gioia dei fan. E così, dopo qualche remake e gli originali RE 7 e Village, la software house nipponica giunge finalmente alla rivisitazione di Resident Evil 4, uno dei capitoli più importanti della fortunata serie, capace al tempo di riscrivere le regole dei surival horror in termini narrativi e di gameplay.

Resident Evil 4 Remake – Recensione

Ritroviamo i Los Illuminados

Sono passati ormai quasi vent’anni dall’uscita di Resident Evil 4, un capitolo così importante e carismatico di cui, se avete avuto modo di giocarci negli anni scorsi, è difficile dimenticarsi della trama e dei suoi personaggi. Partiamo subito con la nota positiva per gli appassionati, anche se giunti ormai al quarto Remake ufficiale di un capitolo della serie ad opera di Capcom sembrerebbe quasi superfluo sottolinearlo: questa nuova versione del gioco rispetta appieno l’opera originale, con le sue atmosfere, i suoi racconti e i suoi incredibili personaggi. La nuova veste calza a pennello per gli standard ludici attuali, e si presenta al pubblico con il vestito delle grandi occasioni ma ugualmente coerente e rispettoso del passato. Non aspettatevi dunque stravolgimenti tanto nella storyline quanto nel contesto e nel level design, ma una generosa ventata di freschezza nelle meccaniche di gioco, intese a svecchiare la formula e sfruttare le attuali regole di esplorazione.

Il Remake su cui ha lavorato Capcom mantiene le scene e i momenti più iconici del capitolo, così come tutte le dinamiche che si vengono a creare con Ashley ed i nemici, ma al tempo stesso porta qualche cambiamento nella gestione del tutto. Ad esempio ho trovato molto interessanti le scorciatoie per eliminare il backtracking, o l’uso ridotto al minimo dei QTE, passando per l’interessante gestione del coltello che, seppur vincolato all’usura per costringere l’utente ad usarlo con parsimonia, apre a seri contrattacchi ai danni degli avversari tramite il parry, finendo anche per uccidere rapidamente un nemico prima della sua metamorfosi, cogliendo i pochi attimi di vulnerabilità dello stesso durante la trasformazione.

Al netto di queste novità, le più essenziali sotto il profilo del gameplay, rispetto al capitolo originale Resident Evil 4 Remake riesce ad intrattenere l’utente con una serie di attività secondarie per circa 20 ore di gioco senza mai risultare banale o poco coinvolgente grazie soprattutto ad un mix ben riuscito di momenti ad alta tensione e fasi un po’ più leggere. In un survival come questo, in cui tra l’altro il loot è stato reso dinamico e casuale, Capcom è riuscita a lavorare bene nelle dinamiche di coppia tra Leon e Ashley, trovando il modo più semplice e funzionale per richiamare le classiche occasioni di cooperazione tra due personaggi, come le fughe, il supporto e la gestione di particolari casistiche. Il tutto è immerso all’interno di un level design ragionato secondo gli standard odierni, in cui le location principali risultano ben amalgamate tra loro e realizzate con cognizione di causa. Grazie ad un oculato taglia-e-cuci del background narrativo, in Resident Evil 4 Remake avremo comunque la possibilità di assistere a scene del tutto inedite o di conoscere in modo più approfondito alcuni dettagli della lore che muove questo capitolo, con il risultato di avere tra le mani un gioco globalmente più completo e coeso dal punto di vista narrativo rispetto al titolo originale.

20 anni di evoluzione tecnica

Con le scelte relative al level design si evidenziano, invece, idee oculate e ben ponderate per donare a Resident Evil 4 Remake non solo un aspetto in linea con gli standard attuali ma anche supportato da un’esperienza utente che non lascia spazio a particolari lamentele. Forte di questi elementi, passa un po’ in secondo piano il fatto che non ci si trovi davanti ad un titolo graficamente spacca-mascella, ma in generale in linea con gli ultimi capitoli della serie – rilasciati, però, su console di vecchia generazione. Anche se tecnicamente non è il titolo in grado di sfruttare tutte le potenzialità del nuovo hardware (d’altronde non è ancora uscita nessuna opera realmente in grado di farci sentire nella nuova generazione), non ci si può certo lamentare della qualità complessiva, spaziando per l’ottima precisione nei confronti di ombre ed illuminazione, elementi meritevoli di maggiori attenzioni per un survival. Se sul fronte del framerate il gioco non mostra il fianco in nessuna occasione, possiamo però notare qualche incertezza nel caricamento delle texture, che vanno a definirsi progressivamente fino al nostro arrivo in un certo punto, evidenziando una gestione tecnica on demand, o per dirla tutta “al risparmio”, con buona pace dell’effetto scenico. Ovviamente non è stato trascurato nemmeno il comparto sonoro, il fiore all’occhiello della produzione per qualità e senso di coinvolgimento che è in grado di trasmettere grazie all’attenta scelta delle tracce e all’implementazione tecnica di ogni effetto ambientale legato ai personaggi, ai nemici e alle armi. Il consiglio è ovviamente quello di giocare a luci spente e con le cuffie per immedesimarsi al massimo nell’atmosfera proposta dal titolo, ma anche se non rispetterete alla lettera queste indicazioni, qualche jump scare è pressochè assicurato. 

Ulteriori informazioni

Per rimanere aggiornato sulle ultime novità, continua a seguire la rete Social di Nextgentech.it, tramite la pagina Facebook.

CONDIVIDI SU:Share on Facebook
Facebook
Tweet about this on Twitter
Twitter

VALUTAZIONE
9
Commento finale
Resident Evil 4 Remake è la perfetta riedizione secondo gli standard attuali di uno tra i migliori titoli del genere e, dunque, della serie targata Capcom. Il lavoro svolto da designer e sviluppatori è maniacale, e va a rivedere puntualmente concetti e strutture secondo i canoni videoludici odierni, senza intaccare l’anima del capitolo originale ma, anzi, apportando alla trama qualche approfondimento più che gradito. Insomma, difficile immaginare un remake migliore di questo.
PRO
Remake intelligente e ben studiato
Buone introduzioni di gameplay e level design
CONTRO
Alcune dinamiche con Ashley potevano essere implementate diversamente

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.