Il difficile periodo che attanaglia il panorama videoludico da ormai qualche anno, e che vede sempre meno idee innovative tra le produzioni di spessore, sta favorendo sempre più i team emergenti, che spesso fanno della creatività la loro arma vincente. Per quanto detto finora, per gli appassionati del genere action che strizza l’occhio all’hack’n’slash, Soulstice potrebbe rappresentare finalmente una ventata di freschezza. Il progetto, che ha una forte componente italiana, nasce dalle mani di Reply Game Studios, già autori di Lone Wolf e del più recente Theseus, catapultandoci in un universo dark fantasy da gustare su console di nuova generazione e PC.

Soulstice – Recensione

Due anime unite…

Il Caos, un tempo padrone di quello che oggi viene chiamato Sacro Regno di Keidas, è riuscito a squarciare il Velo che lo teneva lontano dal mondo terreno, portando morte e distruzione grazie ad un enorme esercito composto da mostri e nemici oscuri. Per contrastare la minaccia, i Custodi – coloro i quali riuscirono a confinare il Caos oltre il Velo – si vedono costretti a realizzare una potente arma: una Chimera, composta dalle anime di due sorelle, Briar e Lute, unite in questa guerra ma molto distanti tra loro sotto tutti i punti di vista. Briar, la “vera” protagonista nonché l’alter ego controllato dall’utente, è una forte ed agile combattente in grado di sconfiggere i nemici con i temibili fendenti del suo spadone, mentre Lute è lo spirito magico che accompagna Briar, e che le dà supporto con l’ausilio di incantesimi elementari.

Come avete avuto modo di capire, l’incipit che dà il via alla trama di Soulstice non è dei più originali, contraddistinto dalla classica contrapposizione tra bene e male, luce ed oscurità. Tuttavia, ha il merito di erigere le basi della narrazione e presentare le protagoniste, sorelle unite da un destino più che mai comune. Anche la caratterizzazione del duo segue l’opposizione di due poli, e pur non rappresentando anch’essa una vera novità per il contesto videoludico, certamente qualcosa di nuovo per il genere c’è, considerando che la maggior parte delle produzioni simili (penso a DMC o Bayonetta) sfruttano un unico personaggio su cui accentrare potere e risvolti narrativi, aspetti che in Soulstice vengono equamente suddivisi tra le due protagoniste nell’arco delle 15 ore necessarie per portare a termine l’avventura.

… in una guerra comune

Pur mostrandosi ancorato ai canoni del genere hack’n’slash, con il progredire dell’arco narrativo il combat system di Soulstice si tinge di elementi caratterizzanti in grado di evidenziare la vera utilità di Lute. Un po’ come avviene in God of War, in cui la sinergia tra Kratos e Atreus diventa sempre più imprescindibile, le due sorelle dovranno spalleggiarsi e cooperare per far fronte comune e prevalere contro le bestie del Caos. Con Briar, il videogiocatore assaporerà le più classiche meccaniche degli action, fatte di fendenti, salti, combo in aria e una forte alternanza di armi secondarie tramite cui fronteggiare nel modo più corretto la grande varietà di nemici che arriveranno a reclamare la vita della Chimera. Dal canto suo, invece, Lute disporrà di una serie di abilità magiche richiamabili durante la danza mortale di Briar, spaziando dal rallentamento del tempo a tecniche a difesa della sorella, fino al controllo di nemici ed elementi dello scenario che contribuiscono a rendere più importante ed immersivo il contesto. Infine, un po’ come avviene in alcuni party game, le sorelle avranno la possibilità di attaccare con più ferocia grazie ad un colpo speciale (la Coesione) o alla modalità furia, entrambi alimentati dalla sinergia sviluppata dalle due sul campo di battaglia.

Con questi elementi è chiaro che il cuore del gameplay sia rappresentato dai combattimenti, anche se in Soulstice si evince una leggera influenza platform grazie alla presenza di alcuni enigmi ambientali che richiedono perlopiù l’intervento di Lute. Questa timida commistione di generi non contribuisce però a contrastare in maniera decisa il vero limite del titolo Reply, ovvero la ripetitività, appesantita non soltanto dall’incessante susseguirsi di combattimenti ma anche dalla poca incisività dell’ambientazione, composta perlopiù da location molto simili e da un level design prettamente a scorrimento orizzontale in cui si sente la mancanza di ambientazioni alternative e scorci particolarmente memorabili. Altro punto debole della produzione, stavolta di marcatura di gameplay, è la telecamera, aspetto dolente per gran parte delle opere hack’n’slash; anche in Soulstice, infatti, frequenti sono le occasioni in cui, vuoi per il dinamismo dell’azione, vuoi per le molte e diverse opportunità di offendere a disposizione di protagonisti e nemici, la telecamera non risponde come sperato, costringendo l’utente a perdere attimi di gioco importanti per andare a segno con colpi decisivi.

Ciò non deve portare però a pensare che Soulstice non sia tecnicamente appetibile, anzi: il lavoro del team di sviluppo è preciso e curato, soprattutto nei confronti delle cutscene e dell’ottimizzazione generale, così come si evincono le attenzioni dedicate al character design, con scene di intermezzo rese ancor più convincenti dalla collaborazione con Stefanie Joosten, doppiatrice di Briar e Lute nonché di Quite di Metal Gear Solid V.

Ulteriori informazioni

Per rimanere aggiornato sulle ultime novità, continua a seguire la rete Social di Nextgentech.it, tramite la pagina Facebook.

CONDIVIDI SU:Share on Facebook
Facebook
Tweet about this on Twitter
Twitter

VALUTAZIONE
7,5
Commento finale
Giunti ai titoli di coda di Soulstice ci si rende conto di quanto le produzioni italiane stiano crescendo, perfezionandosi sotto tutti i punti di vista. Pubblicato proprio al lancio della nuova stagione videoludica, Soulstice rappresenta un’ottima soluzione per gli appassionati del genere action, in cui rivedranno elementi cardine dell’hack’n’slash ma anche l’influenza di altri generi nella giusta misura. Il titolo Reply Game Studios si presenta molto curato in termini narrativi e ben realizzato sotto il profilo del combat system, risultando convincente nella sua interezza.
PRO
Tanta attenzione riposta nella caratterizzazione delle due protagoniste
Combat system convincente
CONTRO
La gestione della telecamera non è perfetta
Ambientazione poco ispirata

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.