Il 2019 si propone come un anno di svolta per il segmento mobile, che inizia a sperimentare una nuova composizione progettuale per il sensore d’impronte digitali e per la fotocamera. In un periodo di forte cambiamento è difficile mantenere una propria identità, e Sony sembra essere l’unica a non voler rinunciare al suo stile: Sony Xperia 10 è un modello di fascia medio-bassa che punta a confermare gli aspetti cardini del brand, focalizzando l’innovazione sul rapporto dello schermo a 21:9.
Sony Xperia 10 – Recensione
Specifiche tecniche
Sistema Operativo | Android 9 Pie |
CPU | Qualcomm® Snapdragon 630 Mobile Platform |
Memoria RAM | 3 GB |
Display | 6” Gorilla Glass 5 |
Risoluzione | Full HD+ (formato 21:9) |
GPU | Adreno 508 |
Memoria di archiviazione | 64 GB (espandibile fino a 512 GB) |
Batteria | 2870 mAh |
SIM | Single/Dual SIM |
Certificazione | NO |
Fotocamera posteriore | 13 MP grandangolo da 76.4° + 5 MP |
Fotocamera anteriore | 8 MP |
Dimensioni | 156 x 68 x 8,4 mm |
Peso | 162 gr |
Confezione e progettazione
Sony Xperia 10 prova a distinguersi dalla massa con un display formato 21:9, un pannello con cornici molto sottili racchiuse in una scocca in policarbonato disponibile in tinta unita nelle varianti nero, rosa e navy (sample in foto). L’Xperia resta ancora uno dei più riconoscibili e iconici del mercato, e questo cambio di formato non va ad intaccare l’identità della serie anche grazie al mantenimento del lettore d’impronte digitali a lato, marchio di fabbrica del brand. Purtroppo, il lettore non funge anche da tasto per accendere e spegnere il telefono; questo pulsante è immediatamente sopra, mentre in basso c’è il bilanciere del volume. Come vedremo nel paragrafo dedicato alla User Experience, i tasti fisici non sono quasi per niente riconoscibili al tatto ed è assente l’iconico tasto dedicato alla fotocamera. Lungo il bordo sinistro è presente lo slot dedicato alle SIM e all’espansione di memoria. In basso, altoparlante mono e microfono ai lati della Type-C.
Sulla parte alta del terminale trovano spazio il jack 3,5 mm, il microfono, la cassa auricolare, il LED di notifica e la camera frontale da 8 MP, mentre il retro, molto elegante, presenta la doppia camera, il LED, il sensore NFC e i loghi Sony e Xperia. Pur non essendo cangiante né sfumata, né realizzata con cosiddetti “materiali nobili”, la back-cover dell’Xperia 10 è molto fine e carina; in particolare, la navy è la tonalità più interessante, perché offre qualche contrasto più chiaro sul bordino delle fotocamere (leggermente a gradino) e sul logo Sony. Si poteva fare di più sulle cornici, magari prevedendo lo stesso bordino lungo il perimetro frontale per interrompere la continuità tra il display e la carcassa con un semplice gioco di luce.
Display, multimedia e autonomia
La particolarità del Sony Xperia 10 è il rapporto dello schermo a 21:9, una novità che ha già diviso la massa. Questo formato è apprezzabile per la larghezza ridotta della carcassa, ma costringe a un display più verticale del solito che aumenta abbastanza la lunghezza media, con conseguente difficoltà nel raggiungere la parte alta dello schermo. Chi ha le mani piccole ci rinunci: la parte alta è raggiungibile solo con un movimento innaturale delle dita, ma fortunatamente è possibile fare uno swipe verso il basso anche nella parte centrale dello schermo per far scendere il pannello delle notifiche; grazie a questo semplice espediente, e grazie anche al lettore di impronte sulla cornice destra, raggiungere la parte alta dello schermo è sostanzialmente inutile, mentre tenendo il telefono in orizzontale non si riscontrano particolari difficoltà di utilizzo. Al netto di un formato così interessante, da segnalare la risoluzione soltanto Full HD+: sarebbe stato interessante, per garantire maggior coinvolgimento, dotare il display di una risoluzione più alta. Il pannello in sé è dotato di ottime proprietà, tra cui un buon livello di luminosità e resa dei colori.
Possedendo un pannello di questo formato, Xperia 10 punta forte sul coinvolgimento multimediale, ma la soluzione Sony non è coadiuvata da un sistema audio all’altezza. Data la sponsorizzazione della componente “cinematografica” mi sarei aspettato quantomeno un audio stereo, per non parlare della disposizione della cassa in basso, che viene tappata dalla mano tenendo lo smartphone in orizzontale. L’autonomia è supportata da una batteria di capacità inferiore a modelli concorrenti nella fascia di prezzo: i 2870 mAh reggono bene, specie con un display così esigente, ma utilizzando lo smartphone tutto il giorno dovrete ricaricarlo il mattino seguente.
Le performance della fotocamera non si discostano dalla fascia di prezzo in cui è collocato il terminale. Le foto scattate con Xperia 10 sono convincenti, hanno un buon livello di dettaglio e la resa dei colori è credibile, ma allontanandosi dagli scatti a condizioni top (come ad esempio uno zoom o una foto in notturna) la qualità generale non viene controllata, calando vertiginosamente. È senz’altro uno smartphone che si limita al punta-e-scatta senza troppe aspettative, ma non era lecito aspettarsi di meglio. Se le foto con la camera principale sono più che passabili, i selfie sono invece rimandati al modello dell’anno prossimo, perché soffrono di tutti i difetti che è possibile riscontrare in un autoscatto: scarsa luminosità, pochi dettagli, mediocre riconoscimento dello sfondo.
Software e User Experience
Nonostante non pesi molto e non abbia la larghezza tipica dei padelloni, Xperia 10 non è tra gli smartphone più comodi da portare in giro. Le fattezze sono molto simili a un S9+, meno bombato di quest’ultimo e dunque leggermente più semplice da tenere in mano – anche perché la back-cover assicura un grip piuttosto confortevole. Ma non è questo il difetto principale del form factor del device. A questo giro ritengo che Sony abbia sbagliato la progettazione del suo Xperia 10 in almeno 2 punti, peraltro correlati tra loro: il sensore d’impronte digitali e il pulsante di accensione/spegnimento. Anziché convogliare le due funzionalità in un unico tasto, Sony ha previsto un lettore d’impronte non cliccabile, immediatamente sotto il pulsante di accensione che non ha alcun feedback tattile. Questo produce due effetti indesiderati:
- Il lettore è ben identificato sotto le dita, ci si aspetterebbe che si possa premere per riattivare il telefono, ma non è così
- Allora ci si sposta su con le dita alla ricerca del tasto ON/OFF, nascosto fin troppo bene nella scocca
Anche il bilanciere del volume non è stato realizzato con un occhio all’usabilità: pure lui è a filo cornice e privo di zigrinature o feedback tattili. Insomma, c’è da prendersi la mano e farsi l’abitudine, ma non soltanto da questo punto di vista. Il software a bordo del terminale è un Android 9 quasi stock, con alcune personalizzazioni Sony che tendono la mano al formato 21:9. In particolare, abbiamo a disposizione un sensore laterale che apre un menu rapido edge sulla falsariga di altre soluzioni già presenti sul mercato: è una feature attiva di default su cui Sony spinge per tenere a portata di pollice le app usate più frequentemente. Di default è attiva anche la rivisitazione della barra inferiore dove solitamente troviamo i pulsanti back, home e task manager. La soluzione Sony prevede il mantenimento del pulsante back e un unico pulsante per home e task manager (con gestione doppia dello swipe verso l’alto). Non sono presenti vere e proprie gesture, ma come implementazione salvaspazio fa bene il suo lavoro. Da qui a parlare di “Sony Experience” ce ne passa, perché non ci sono personalizzazioni pesanti né app che cambiano davvero la vita – peraltro, quelle proprietarie possono anche non essere installate in fase di inizializzazione dello smartphone.
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Prestazioni non superiori alla fascia bassa