L’anno in corso è, e sarà, condizionato fortemente dalle mosse di Xiaomi, che grazie alla serie Redmi ha di fatto conquistato la fascia economica del mercato. Ho già avuto modo di parlare di Redmi Note 7, quello che potrebbe essere considerato da molti il miglior smartphone in rapporto qualità-prezzo sotto i 200€, ed è difficile trovare di meglio. Paradossalmente, i concorrenti più temibili arrivano dall’interno, ovvero dal fratello minore e da quello maggiore, lontani poche decine di euro. In questo articolo vi parlo del piccolino della famiglia, Xiaomi Redmi 7, un modello che fa di tutto per farsi rispettare, ma con tanti tagli e compromessi.
Xiaomi Redmi 7 – Recensione
Specifiche tecniche
Sistema Operativo | Android 9 MIUI 10 Pie |
CPU | Snapdragon 632 Qualcomm SDM632 |
Memoria RAM | 2 GB |
Display | 6,26” |
Risoluzione | 720 x 1520 pixel |
GPU | Adreno 506 |
Memoria di archiviazione | 16 GB espandibile fino a 512 GB |
Batteria | 4.000 mAh |
SIM | Dual SIM ibrido con microSD |
Certificazione | NO |
Fotocamera posteriore | 12 Mp + 2 Mp |
Fotocamera anteriore | 8 MP |
Dimensioni | 158.73 x 75.58 x 8.47 mm |
Peso | 180 grammi |
Confezione e progettazione
Le differenze estetiche con il Note non sono molte, ed il form factor è praticamente il medesimo. Siamo davanti ad un pannello di 6,26” (contro i 6,3” del Note) con notch a goccia e lo stesso lavoro sulle cornici: non simmetriche, abbastanza sottili, e con tutti gli angoli arrotondati. La disposizione delle porte, dei sensori e delle fotocamere non cambia, ma sul Redmi 7 troviamo una microUSB per la ricarica, che stona un po’ con la voglia di conquista del produttore. Quel leggero ridimensionamento del display consente di guadagnare anche 6 grammi sul peso complessivo del terminale: coerente, anche se poca roba. All’interno della confezione è stata confermata la presenza di una semplice cover trasparente per proteggere lo smartphone, non che in termini realizzativi risulti pregiato. Da questo punto di vista, il Note si distingue molto più del fratellino, dotato di una semplice back-cover in plastica. Consiglio di non acquistare il modello nero, privo del bicolore sfumato che contraddistingue le altre varianti – tra cui spiccano quella blu in chiaro-scuro e quella rosso-nera.
Display, multimedia e autonomia
La riduzione della diagonale di appena 0,04” non è la vera brutta notizia per quanto riguarda il display, perchè il cambiamento più importante riguarda la risoluzione: dal Full HD+ del Note scendiamo a un misero HD Ready+ con 269 ppi. La qualità del pannello è rimasta pressochè invariata, e dunque da rimandare, perchè sia la luminosità che la resa dei colori restano ancorati ai livelli di fascia economica da cui il Note si difende meglio solo grazie alla definizione maggiore. Anche con Redmi 7 ho avuto qualche problema nell’utilizzo delle gesture nella parte inferiore dello schermo, ma non è ancora chiaro se si tratta di un problema del pannello o del software. Il comparto multimediale è stato tagliato a livello fotografico; il ridimensionamento ha riguardato sia il sensore frontale che la doppia camera posteriore. Per quanto riguarda le camere principali, sul Redmi 7 si dispone di una combo 12+2 MP (la seconda per l’effetto profondità) con risoluzione massima dimezzata per le foto e niente doppio flash LED. La parte video è stata confermata quasi del tutto: rimane il Full HD (frontale e posteriore), lo slow motion e gli effetti, ma viene scartata la stabilizzazione software.
Fortunatamente la batteria è rimasta una delle pochissime cose non peggiorate rispetto al fratello maggiore: presenti i 4000 mAh, con un’autonomia ancora maggiore per via di un comparto hardware meno esigente. Questo è forse l’unico punto a favore di uno smartphone che non fa molto per convincermi a consigliarvelo: l’autonomia è infatti ottima e il device può arrivare ai 2 giorni pieni con utilizzo promiscuo e task leggeri (anche perchè le specifiche hardware non permettono molto altro).
Software e User Experience
Tutta la scheda tecnica è stata tagliata, abbassando le performance generali: meno velocità al processore, meno potenza grafica, meno RAM (appena 2 GB), metà spazio di archiviazione (16 GB, che per il comparto fotografico in dote vanno più che bene). Con questo biglietto da visita, il Redmi 7 si candida come smartphone di riferimento per chi non ha alcuna intenzione di giocare “seriamente” e riesce a perdonare qualche lag tra le schermate. L’esperienza utente è pressochè identica a quella del fratello maggiore. Nell’utilizzo di tutti i giorni non c’è un reale vantaggio per il Redmi 7 nemmeno riguardo le specifiche fisiche, considerando peso e dimensioni pressochè identici al fratellone. Da questo punto di vista forse Xiaomi avrebbe dovuto adottare una strategia diversa, deviando dalla via del “padellone” e pensando agli acquirenti che preferiscono smartphone più tascabili e leggeri. Il software è ovviamente il medesimo a bordo del Note 7, con i suoi pochi “pro” da MIUI.
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