Dopo qualche anno passato a costruire un piano di azione che potesse essere efficace e coinvolgente, la serie Need for Speed torna a sfrecciare sull’asfalto in grande stile, nonché direttamente nella nuova generazione. Chiusa la parentesi con Ghost Games, il titolo EA torna in mano a Criterion Games, nuovamente pronti a regalare derapate cinematografiche, sorpassi avvincenti ed immancabili inseguimenti della polizia.
Need for Speed Unbound – Recensione
Giornate intense
Gli eventi, incorniciati a Lakeshore, città ispirata a Chicago, raccontano la storia di un pilota che intende conquistare la gara più importante della metropoli, La Grand, una sfida ad altissima velocità che si tiene alla fine di ogni mese. Pur certamente non trattandosi di un titolo story-driven, come ogni Need for Speed, anche Unbound intende ritagliarsi su misura una storia a corredo dell’esperienza racing, che in questa iterazione della serie si materializza in un contesto urbano in frenesia per via delle incombenti elezioni sindacali, in cui tutti i candidati intendono – tra le altre cose – fare la guerra alle gare clandestine, inasprendo i rapporti tra la polizia e i piloti locali.
La cornice, dal sapore di già visto, propone un susseguirsi di eventi e personaggi non nuovi alla serie, che ci darà modo di partecipare a sfide di varie tipo sparse per la città, oltre che ad abilitarci alla raccolta di un gran numero di collezionabili e salti acrobatici. La giornata tipo del pilota in Need for Speed Unbound si sviluppa dunque in un susseguirsi di gare di varie tipo, spaziando da quelle utili a racimolare denaro da investire nel proprio garage o nella personalizzazione delle vetture, a sfide per la sola gloria o per l’esplorazione della generosa mappa a disposizione. Da questo punto di vista si evince lo sforzo di Criterion nel cercare una soluzione il più immersiva possibile in termini di design della location, consentendo all’utente di sfruttare appieno il concept dell’open world e del ciclo giorno-notte in cui è immerso il titolo – seppur, nel concreto, non incidano molto sul giocato vero e proprio.
Gli sforzi profusi nel regalare ai fan della serie un titolo diverso dai precedenti trovano i giusti riscontri nel concetto di attività giornaliere e settimanali, in cui l’utente avrà la facoltà di scegliere gli eventi ai quali gareggiare (magari sulla base delle ricompense o della difficoltà), cercando di non farsi beccare dalla polizia (con conseguente azzeramento del denaro guadagnato durante la giornata), finendo poi al weekend, momento in cui si dovrà gareggiare per le qualifiche. Questa novità di gameplay e di approccio al titolo, purtroppo si scontra con una certa ripetitività, nonché punto debole di ogni racing, che a lungo andare rischia di stancare anche il più accanito del genere.
Boost e derapate
L’esperienza di guida in Need for Speed Unbound rimane fedele alla storia del brand, ricucendosi attorno all’arcade, con il solito duo a farla da padrone, ovvero boost e derapate. Trattandosi di un titolo che si identifica in corse clandestine in città, lo stile di guida è ovviamente votato alla spettacolarizzazione delle gare, e di conseguenza anche i circuiti sono stati studiati per obbligare spesso l’utente a far uso di sterzate repentine e accelerate. Il sistema di guida studiato da Criterion è dunque interessante anche se non svecchia la serie (né forse intendeva farlo) ma trova nella massima personalizzazione la ciliegina sulla torta. Il titolo è infatti ricchissimo in termini di contenuti da personalizzare, da gingilli puramente estetici ad aspetti funzionali da modificare per aumentare le performance dei veicoli; bolidi, tra l’altro, tra i più vari grazie ai quasi 150 veicoli in licenza a disposizione. Tra le buone notizie, sia per chi si affaccia la prima volta alla serie, sia per chi è già navigato, sta nel fatto che tra le opzioni personalizzabili c’è anche la difficoltà, così da permettere di ottenere o meno determinate agevolazioni in pista.
Passando all’aspetto tecnico, Need for Speed Unbound evidenzia un’incredibile attenzione per i dettagli relativi alla realizzazione delle vetture. Tutto il parco auto gode di un numero impressionante di particolari, che ricostruiscono fedelmente ogni modello reale. Sfortunatamente non si può dire lo stesso per l’ambientazione e gli effetti, perché se da una parte il ciclo giorno-notte consente di godere di scorci e panorami diversi durante le gare e l’esplorazione, il numero di dettagli a disposizione nella mappa e gli effetti in-game non sono particolarmente in linea con le aspettative da next gen che il titolo ha creato attorno a sé; ad esempio, ci si sarebbe aspettato di più sul fronte effettistica, in cui scarseggiano i dettagli relativi all’illuminazione e ai riflessi dell’acqua, sebbene risultino marcati altri effetti come il blur e le collisioni, che evidenziano lo sfrecciare della vettura tra le strade della metropoli.
Sul fronte multiplayer, il titolo Criterion Games sviluppa un percorso parallelo a quello offline, con la possibilità di intraprendere una carriera ex nuovo tramite cui costruire un nuovo garage, potenziale i veicoli e, ovviamente, partecipare a gare ed eventi in compagnia di amici o altri giocatori, sfruttando anche l’opzione del cross-play. Tutta l’esperienza a bordo dei bolidi di Unbound viene infine condita da un’ottima soundtrack (in pieno stile EA) e da un framerate solidissimo che non abbandona mai i 60 FPS, nemmeno nei momenti più caotici.
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Gran parco auto e tanta personalizzazione
Solido framerate